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"La Corte Costituzionale e la dimensione temporale della norma"
La Corte Costituzionale e la dimensione temporale della norma
Article n. 49

di Roberto Russo

Siamo abituati a identificare la norma attraverso le usuali coordinate: comma, articolo, atto normativo, combinato disposto... e il tempo? È possibile immaginare anche per le norme giuridiche una “dimensione temporale”? Sicuramente il noto fenomeno dell’abrogazione potrebbe portare a dare un’immediata rispo-sta positiva. Ma, a meglio osservare, le dinamiche legate al fenomeno abrogativo incidono sull’efficacia della norma giuridica NEL tempo, mentre il quesito tende a indagare la possibilità di qualificare IL tempo come uno degli elementi costitutivi della norma giuridica. La questione ha avuto l’occasione di uscire dall’alveo dell’analisi dottrinaria nel periodo a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, allorché la Corte Costituzionale adottò dei dispositivi di accoglimento dall’efficacia temporale apparentemente limitata. In estrema sintesi, gli effetti di quelle sentenze di accoglimento non retroagivano fino al momento genetico della disposizione che aveva introdotto le norme censurate nell’ordinamento, ma si fermavano prima ed era la stessa Corte a individuare quel “momento limite”. L’interesse della dottrina circa la possibilità di individuare il “fram-mento temporale” della norma da dichiarare incostituzionale svanì contestualmente all’interrompersi della “stagione” delle sentenze costituzionali temporalmente qualificate. La Corte però, di recente, ha adottato dei dispositivi che hanno ridestato l’interesse per la questione. E se la dimensione temporale delle sen-tenze di accoglimento (e con esse, la dimensione temporale della norma) fosse sempre presente in tutte le sentenze della Corte?

 








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