di Gessica De Cesare
La Teoria dell'Attaccamento, inizialmente centrata sulle relazioni primarie che il bambino intrattiene con i suoi adulti significativi (Bowlby, 1958), successivamente si è ulteriormente sviluppata, riconoscendo molta importanza anche alle esperienze che l'individuo sperimenta nel corso del suo sviluppo (Crittenden, 2004). Quanto detto, ci permette di asserire che il continuo scambio emotivo con la Figura di Attaccamento consente al bambino di imparare a parlare delle proprie emozioni e a classificarle. Se l'adulto significato non è in grado di comunicare le emozioni, il bambino è costretto a limitare l'espressione delle emozioni o a reprimere emozioni scomode: siamo di fronte ad una situazione di Alessitimia primaria (Trevarthen, 1988), che permane ben oltre l'infanzia (Taylor, 2005). Una restrizione dell'espressività emotiva può anche essere successiva a esperienze particolarmente gravi (Freyberg, 1977), oppure a un arresto dello sviluppo, a un grave trauma psicologico avvenuto nell'infanzia o più tardi, o a fattori socioculturali o psicodinamici: in questi casi si parla di Alessitimia secondaria (Sifneos, 1988, 1994)
